giovedì 27 agosto 2009

Santa Maria della Pietà (ex manicomio provinciale)

La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere. (Franco Basaglia)

La storia
"Il primo nucleo del futuro ospedale si formò intorno al 1550 ad opera di una confraternita di gentiluomini spagnoli vicini a S. Ignazio di Loyola, con lo scopo di accogliere i pellegrini e vagabondi giunti a Roma per il giubileo. Solo dal 1562 si ha una prima testimonianza dell'ampliamento dell'assistenza offerta anche ai poveri pazzi, destinazione che diventò esclusiva intorno al 1579.
Nel 1725 si interrompe l'autonomia amministrativa dell'ospedale che venne unito amministrativamente all'ospedale di S. Spirito, il principale nosocomio di Roma. In questa occasione, su intervento diretto di papa Benedetto XIII, l'ospedale venne trasferito dalla prima sede, posta nel centro di Roma in piazza Colonna, presso nuovi locali in via della Lungara a Trastevere, contigui al Santo Spirito, locali che si rivelarono in breve tempo angusti e poco adatti alle sue esigenze ricettive.
Durante la Restaurazione e per tutta la prima metà dell'Ottocento, continuò ad aggravarsi la grave situazione ambientale ed assistenziale dovuta innanzitutto al grande affollamento (dai 119 censiti nel 1812 si assiste ad una progressiva moltiplicazione dei ricoverati che arriveranno ai 503 nel 1861), all'inadeguatezza strutturale della sede di via della Lungara ed all'urgenza di una riorganizzazione dei servizi medici ed assistenziali del manicomio, denominazione questa ormai entrata stabilmente in uso.
Nel 1850, con il motu proprio di Pio IX, tutti gli ospedali di Roma vennero riuniti sotto un'unica Commissione amministratrice. Il problema della sede trovò in questi anni una soluzione parziale con l'acquisizione delle ville Barberini e Gabrielli, situate nel vicino Gianicolo, destinate prevalentemente ai ricoverati paganti.
Negli ultimi anni del governo pontificio si assiste ad un consolidamento della situazione dell'ospedale che arriverà ad ospitare, all'arrivo dei piemontesi nel settembre 1870, oltre le 600 unità.
Al 1908 risale l'avvio dei lavori di costruzione della nuova sede del manicomio provinciale presso l'area di S. Onofrio in campagna, presso la via Trionfale, sede che venne inaugurata nel 1914. Il nuovo complesso era costituito da 37 edifici su un'area di 53 ettari e comprendeva oltre alle strutture amministrative e sanitarie anche centri di artigianato e opifici; era annessa una azienda agricola di 93 ettari destinata al mantenimento del complesso. Progettatta per contenere 1000 pazienti arrivò, negli anni successivi, a contenerne fino a 3500.
Verso la fine degli anni '60 le istanze antireclusive del nuovo indirizzo della psichiatria portarono ad una progressiva apertura e trasformazione della vita dei ricoverati del manicomio, con esperienze terapeutiche fino alla legge Basaglia n. 180 del 13 maggio 1978.
L'ospedale psichiatrico venne chiuso a seguito dell'istituzione del Servizio sanitario nazionale (L. 23 dicembre 1978, n. 833) e l'attribuzione delle competenze alle Unità sanitarie locali. Dal 1995 il patrimonio ospedaliero venne attribuito alla neoistituita Azienda sanitaria locale Roma E. Nel 1999 si completò il trasferimento dei ricoverati nelle nuove strutture territoriali gestite dalla ASL."
(tratto dal sito della SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche del Ministero per i beni e le attività culturali - Direzione generale per gli Archivi. Vai al sito

Oggi
Diversi padiglioni, degli originari 37, sono stati restaurati e sono ora utilizzati quali uffici della ASL Roma E, del Municipio XIX, di associazioni quali la Ex Lavanderia e la ANTEA (primo centro in Italia specializzato nella lotta al dolore ed alle cure palliative) e quale sede del Museo della Mente ("che ripercorre la storia del complesso ospedaliero Santa Maria della Pietà di Roma, dalla sua fondazione come Ospedale dei poveri forestieri e pazzi alla sua definitiva chiusura come complesso manicomiale dopo circa cinquecento anni di attività. Un percorso attraverso la memoria del manicomio, per una lettura del disagio e delle diversità, per combattere lo stigma e promuovere la salute mentale"). Inoltre il parco che "accoglie" i padiglioni è frequentatissimo dagli abitanti della zona di cui costituisce un polmone verde importante.
Restano numerosi, però, i padiglioni in stato di abbandono che sembrano essere fermi al momento della chiusura del manicomio. Sono immagini suggestive che abbiamo cercato di documentare soprattutto per la possibilità, in futuro, di vederle scomparire.
Si respira una vaga atmosfera di instabilità psicologica, quasi che nulla fosse cambiato da quando i cortili e le stanze nelle quali abbiamo potuto gettare uno sguardo erano frequentate dai "poveri pazzi".

Abbiamo trovato questo video, testimonianza diretta di un infermiere e di alcuni pazienti, che hanno "frequentato" a lungo l'ospedale. Dovremmo essere tutti grati a Franco Basaglia...










Nessun commento: